Attraverso il c.d. testamento biologico un soggetto capace può esprimere fin da ora la propria volontà di non essere sottoposto a forme di accanimento terapeutico nell'eventualità di una futura grave malattia o incapacità, ad esempio nel caso di malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante tale da ridurlo allo stato vegetativo o di malattia che lo costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.

In assenza di una normativa che regoli la materia la Fondazione Veronesi ha proposto un testo base di testamento biologico. Il Consiglio Nazionale del Notariato ha recepito nelle linee base l'impostazione del Prof. Veronesi ed ha elaborato uno schema di testamento di vita. Si tratta sostanzialmente di una procura, con la quale un soggetto dichiara a quali trattamenti sanitari vuole o non vuole essere sottoposto e in quali casi, e nomina un fiduciario che dovrà informare i medici curanti di tali sue volontà.

A decidere in ultima istanza saranno comunque sempre i medici, in base alla loro coscienza e alle loro norme deontologiche. Essi non sono infatti obbligati a rispettare queste disposizioni. L'intervento del notaio in questo delicatissimo campo non invade quindi competenze altrui, ma serve a dare voce a coloro che non possono più parlare.

L'autentica notarile attribuisce certezza circa la provenienza della dichiarazione dal soggetto identificato dal notaio. Inoltre il Notariato si è offerto di istituire un Registro Generale telematico dei testamenti di vita, con costi a proprio carico, per assicurare la conservazione e il reperimento delle dichiarazioni di volontà.

Vi consigliamo quindi di prendere visione della sezione colloquio informativo.